Investire in infrastrutture per guardare alle opportunità del futuro
Data pubblicazione: 29 settembre 2022
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Porti, autostrade, aeroporti, ferrovie e aziende di pubblica utilità. Ma anche torri di telecomunicazioni, smart city, edilizia sanitaria e trattamento delle acque. Sono alcuni dei tanti asset infrastrutturali che possono durare 50 o più anni. Una caratteristica che fa delle infrastrutture un megatrend grazie agli ingenti investimenti che movimenta nel tempo slegati dal ciclo economico. Posizionarsi oggi su questo solido tema d’investimento tramite una soluzione che implementi i criteri ESG consente di soddisfare una doppia dimensione, quella finanziaria della performance e quella rispettosa del pianeta grazie all’approccio responsabile
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Un’inflazione persistente che non accenna a frenare e banche centrali determinate a sradicarla anche a costo di una recessione. Una guerra nel cuore dell’Europa che rischia di protrarsi nel tempo e pericolose tensioni geopolitiche internazionali. Una ricollocazione delle catene di distribuzione globali e la priorità allo sviluppo responsabile per non distruggere risorse preziose per il pianeta. L’attuale scenario è sempre più sfidante per gli investitori alla disperata ricerca di una strategia che consenta di svincolarsi dalle problematiche attuali sul ciclo economico.
La buona notizia
La buona notizia è che c’è un tema d’investimento solido e interessante per chi ha un orizzonte di lungo periodo: le infrastrutture. Da sempre gli ingenti investimenti che movimentano esercitano un effetto volano che favorisce l’attività economica, il progresso e la qualità della vita.
Di cosa stiamo parlando? Di porti, autostrade, aeroporti, ferrovie e aziende di pubblica utilità che storicamente hanno costituito le infrastrutture al servizio dei Paesi e delle rispettive economie. Non solo. In tempi più recenti si sono aggiunti innovativi segmenti ormai imprescindibili per il progresso economico, e in particolar modo lo sviluppo sostenibile, come le energie rinnovabili, le infrastrutture per la connettività e lo sviluppo urbano (5G e smart city) oppure per la salute come l’edilizia sanitaria o il trattamento delle acque.
Un megatrend slegato dal ciclo economico
Gli imponenti investimenti pianificati garantiscono un vero e proprio megatrend, oltretutto slegato dal ciclo economico. Si stima infatti che, a livello globale, gli investimenti in infrastrutture possano raggiungere i 3.800 miliardi di dollari nel 2040, e che fra 2016 e il 2040 Stati Uniti, Europa e Cina investiranno rispettivamente circa 9, 12 e 26 trilioni di dollari per aggiornare, migliorare ed espandere i propri asset infrastrutturali.
Stati Uniti
Il modello infrastrutturale statunitense sarà alimentato dagli investimenti pianificati con il cosiddetto Piano Biden (Bipartisan Infrastructure Law), un programma di investimento da più di mille miliardi di dollari che abbraccia diversi target. Si tratta di un piano che, secondo le previsioni, potrebbe creare insieme ad altre misure più di un milione di posti di lavoro e sino a un punto percentuale di PIL in più.
Europa
La BEI (Banca Europea per gli Investimenti) ha evidenziato come l’Europa necessiti di investimenti in infrastrutture, in particolare nell’ambito della modernizzazione di quelle esistenti, nella transizione energetica e nelle infrastrutture digitali, per circa il 5% del proprio PIL. L’Europa intende svolgere un ruolo di primo piano nella transizione energetica raggiungendo la neutralità climatica entro il 2050. Un obiettivo fondamentale per l’Unione Europea che, tramite l’European Green Deal, movimenterà per questo scopo diverse centinaia di miliardi di euro.
Cina
Nel 2015 è stato lanciato il Belt and Road Initiative, il piano di investimenti internazionale che mira a sostenere lo sviluppo infrastrutturale e l’integrazione economica fra i Paesi parte dell’iniziativa. Attualmente sono circa 70 i Paesi partner della Cina, distribuiti fra Africa, Asia, Europa e Medioriente, mentre l’investimento previsto nella decade iniziata nel 2017 dovrebbe superare i mille miliardi di dollari entro il 2027. Le infrastrutture moderne ed efficienti sono il fiore all’occhiello delle economie dei Paesi sviluppati ma rappresentano un importante fattore distintivo anche per le maggiori economie emergenti. Non a caso anche i Paesi in via di sviluppo hanno intrapreso importanti programmi di investimento in questo ambito al fine di garantirsi il necessario supporto alla propria crescita economica.
Il futuro del pianeta
L’insieme di tutti gli investimenti pianificati per l’ammodernamento delle infrastrutture in tutto il mondo costituisce una solida base per lo sviluppo di progetti indispensabili per il futuro del pianeta. In quest’ottica, si rafforza il focus sulla sostenibilità che mira a soddisfare le esigenze del presente senza compromettere il futuro delle generazioni a venire.
Il processo di riduzione del rapporto carbonio-idrogeno nelle fonti di energia delle infrastrutture esistenti consentirà di limitare l’emissione di gas serra e incrementare i rendimenti dall’investimento. Una scelta che non si può più rimandare se si intende davvero conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs) entro il 2030.
Infrastrutture e sostenibilità: gli obiettivi dell’Unione Europea
ENERGIA |
Decarbonizzare il settore energetico, perché la produzione e l’uso dell’energia rappresentano oltre il 75% delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE |
EDIFICI |
Ristrutturare gli edifici aiutando le persone a ridurre l’uso dell’energia e delle bollette energetiche in quanto il 40% dei nostri consumi energetici riguarda gli edifici |
INDUSTRIA |
Sostenere l’industria per innovare e diventare leader mondiali nell’economia verde alla luce del fatto che l’industria europea utilizzi solo il 12% di materiali riciclati |
MOBILITA’ |
Introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite più economiche più salubri visto che i trasporti rappresentano il 25% delle nostre emissioni |
Fonte: Cos’è il Green Deal europeo? (Commissione Europea)
La doppia dimensione dell’investimento
D’altra parte le pressanti sfide odierne sul fronte climatico e sociale – come dimostra l’aumento vertiginoso di inondazioni, incendi, siccità – insieme alla crescente importanza della responsabilità sociale delle aziende, dovrebbe agevolare una nuova era degli investimenti in infrastrutture. Le aziende ben governate dal punto di vista anche etico e che rispettano in modo sostanziale le credenziali nella gestione del rischio ambientale, sociale e di governance (ESG) dovrebbero generare rendimenti più sostenibili in ragione della loro esposizione ridotta al rischio operativo, normativo e reputazionale. Si tratta di un trend che continua a rafforzarsi anche perché diversi studi evidenziano come i fattori ESG contribuiscano a maggiori rendimenti corretti per il rischio. Molti degli asset infrastrutturali hanno una durata di 50 o più anni e questo rende durature le ripercussioni delle decisioni d’investimento prese oggi, non soltanto in termini di rendimenti per gli investitori ma anche a livello di ambiente e società.
Posizionarsi oggi sul megatrend delle infrastrutture tramite una soluzione che implementi i criteri ESG consente di soddisfare la doppia dimensione dell’investimento, quella strettamente finanziaria (legata alla performance) e quella rispettosa del pianeta (grazie all’approccio responsabile).
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